continuo con il nuovo argomento del sentiero della bonifica su paesaggi boschi e ambiente.
Anche nel 1601 e nel 1603 le alluvioni provocarono danneggiamenti alla costruzione e per questo motivo i monaci ottennero l’autorizzazione a trasferire la chiusa di un centinaio di metri più a monte, dove la roccia affiorante permise delle fondamenta più solide. Nel 1607 ci fu un nuovo crollo e il seguente rifacimento.
Nel 1635 il matematico castiglionese Enea Gaci suggerì la demolizione totale dell’opera. Evangelista Torricelli, sommo fisico e matematico della corte granducale toscana, si oppose al progetto.
A metà Settecento il trapanese di origini spagnole Leonardo Ximenes, noto ingegnere e geografo, fu invitato dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena a sviluppare un piano per abbassare il livello della struttura, ma per non pregiudicare la navigabilità del Canale Maestro non se ne fece nulla.
Nel 1769 la Chiusa dei Monaci versava ormai in condizioni precarie e per questo motivo furono intrapresi degli imponenti lavori di restauro. Nel 1797 il complesso fu ceduto dai monaci benedettini all’Ordine di Santo Stefano. Alla fine del secolo Vittorio Fossombroni, riprendendo i concetti di Ximenes, consigliò di nuovo la riduzione del suo livello.
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